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Fondazione Giuseppe Ferrero
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La Fondazione

La Fondazione si propone nei suoi scopi di assistere materialmente e moralmente i minori già dimessi dagli Istituti di Prevenzione e di provvedere ad impartire loro un’educazione religiosa, oltre che morale e civile.

Una vita per i suoi ragazzi, aiutandoli ad uscire da situazioni difficili, con affetto e tanta buona volontà. Tutto questo è stato Giuseppe Ferrero, indimenticata figura a cui la nostra Fondazione si ispira. Per molti anni fu presidente dell’Istituzione di pubblica assistenza e beneficenza Ernesto Stillio, realtà attiva dal 1934. Giuseppe inizia la sua opera nella Torino degli anni ’60 e ’70 in cui l’immigrazione era quella di chi, senza un lavoro, dalle regioni del sud Italia migrava in cerca di fortuna nella grande città industriale.

Erano tante le famiglie numerose che facevano fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Giuseppe ed Evelina, sua moglie, notando queste difficoltà, ebbero una semplice idea per allietare le domeniche dei bambini di Viale dei Mughetti (quartiere difficile della periferia di Torino): dopo la Messa del mattino organizzavano un pranzo tutti insieme con menù a base di pollo e patatine, all’epoca piatto preferito dai più piccoli. Un gesto di solidarietà al quale sono seguiti molti altri progetti ed iniziative per aiutare i minori più fragili ed in difficoltà. Di Giuseppe ed Evelina si può anche dire che furono tra i primi attivisti ad occupare e riutilizzare per il sociale spazi pubblici abbandonati.

Accadde con l’area adibita a ristoro del padiglione di Italia ’61 che venne attrezzata per aprire quello che oggi potremmo definire un centro diurno. Un vero e proprio punto di riferimento per molti minori svantaggiati. Inoltre grazie anche al contributo dei colleghi di Giuseppe, che lavorava nell’azienda dei trasporti torinesi (allora ATM ed oggi GTT), venne aperta una comunità per ospitare 24 ore al giorno i bambini senza una famiglia.

La sua casa era aperta a tutti, tanto da guadagnarsi il soprannome di “grande papà”. Non a caso i ragazzi usciti dal centro di detenzione minorile torinese facevano spesso capolino alla sua abitazione come se fosse un vero centro di rieducazione. Dopo la scomparsa di Giuseppe il suo impegno e la sua passione continuano con la Fondazione che dal 2005 prende il suo nome.
Per descrivere la Fondazione è necessario raccontare la storia di un uomo, il modo migliore per far comprendere le finalità del nostro ente che vuole essere sempre vicino ai più piccoli ed ai più fragili.

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